giorno 71 - 30 ottobre 2006 
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Da Kingman oggi sterziamo bruscamente a nord verso Las Vegas che dista circa 160 km. Non ce ne andiamo però senza prima darci uno sguardo in giro per il centro della città, che in realtà non è poi tanto diverso da quello di Williams ieri. Un paio di fotografie a vecchie insegne scolorite di benzinai e motel e via verso la diga di Hoover. Ci eravamo già stati 3 anni fa in occasione del nostro matrimonio, quindi ci fermiamo solo quel tanto che basta per un altro paio di foto e in men che non si dica arriviamo a Las Vegas. Da lontano sembra avvolta in una nube giallognola, non so se sia inquinamento o polvere sollevata dal vento, ma l'aria puzza. Dopo oltre 10 giorni passati di parco in parco, con aria pulita, cieli tersi e panorami incredibili, il contrasto con questa città che simboleggia il peccato mortale e il gioco d'azzardo è come un pugno in un occhio. L'unico campeggio in città è un KOA, carissimo per gli standard, ma che dà comodo accesso allo "Strip" la via principale di tutti gli hotel/casinò più famosi. Il campeggio è agghiacciante, orrendo e osceno a dir poco, praticamente si tratta di un enorme parcheggio asfaltato senza alberi situato dietro il parcheggio-silos dell'hotel Circus Circus, a mio parere il più brutto e pacchiano fra tutti. La giornata non butta bene.

Sia io che Petino siamo di cattivo umore a questo punto, persino il WiFi funziona a singhiozzo. Petino addirittura confessa che gli mancano le "rocce rosse", il che è tutto dire. Beh, facciamo buon viso a cattivo gioco e decidiamo comunque di andare a fare 4 passi. Pur essendoci stati prima, Las Vegas di giorno non l'avevamo mai osservata da vicino - nel nostro soggiorno precedente ci eravamo limitati a sposarci di primo pomeriggio e poi eravamo scappati dalla città verso la Death Valley (bella destinazione per una luna di miele!), la Valley of Fire, la suddetta diga di Hoover e il Red Rock Canyon. La prima nota positiva è il tempo: 25ºC il 30 ottobre non sono mica male. In pantaloncini corti e T-shirt, percorriamo i 3-4 km di Las Vegas Avenue in su e in giù, fermandoci a fare un boccone tra una foto e l'altra. Molto è cambiato in 3 anni: anzitutto, un palazzo che era in costruzione tre anni fa è ora pienamente operativo, si tratta del Trump. Di fronte a questo devono aver demolito un casinò esistente per edificare un nuovo centro residenziale che sarà chiamato "Palazzo". Di fianco a questo nel frattempo è sorto il nuovo Wynn, al cui ingresso hanno praticamente creato una montagnetta con tanto di cascate a terrazza e vegetazione alpina. Come facciano i pini a sopravvivere in questo clima proprio non riesco a immaginarlo. Altri alberghi, ad esempio l'Aladdin, sono in fase di ristrutturazione; il vecchio Stardust, 48 anni per la precisione, ha chiuso i battenti ieri e sarà il prossimo ad essere demolito. (Mi chiedo se tra 5 anni sarò pronta anch'io per la demolizione…) Più avanti, tra il Bellagio e il Monte Carlo, altro cantiere. Praticamente ovunque si posi lo sguardo c'è un cantiere edile aperto, anche al di là della via principale svettano un sacco di gru. Las Vegas sta vivendo un periodo d'espansione vorticosa, a me ne sfuggono le motivazioni...

Dopo una serie di trattative estenuanti, io e Petino giungiamo ad un compromesso e troviamo dei biglietti last-minute per MAMMA MIA! al Mandalay Bay. Io avrei voluto vedere Le rêve del Cirque du Soleil - l'unico disponibile di lunedì sera - o al limite i Thunder Down Under (!!!), mentre Petino era più propenso a vedere 4 sosia dei Beatles esibirsi in alcuni dei brani più famosi del mitico gruppo. Piano piano ci incamminiamo verso l'hotel mentre calano le prime ombre della sera. Ecco finalmente che si rivela la vera Las Vegas, è una città che va vista e vissuta di sera e di notte, o comunque al buio. Sono le insegne al neon a renderla più attraente in tutta la sua bruttezza. Lo spettacolo si rivela molto divertente e con interpreti di grande talento. Nonostante io lo avessi già visto qualche tempo fa a Boston con la mia amica Sabrina, questa edizione è diversa e non ho avuto la sensazione di rivivere un déjà-vu. Usciti da teatro, altre 2 ore a piedi per tornare al "parcampeggio", con diverse soste per immortalare la città di notte..

Ancora un pezzo della Route 66 a Kingman.

Stazione di benzina anni '50 a Kingman - lo si denota dai colorini rosino e verdino no?.

La diga di Hoover dall'alto.

Il fiume Colorado presso la diga.

Il lago artificiale Mead creato dalla diga.

La discesa verso Las Vegas, la vedete la cappa di smog?

Il nuovo hotel Wynn.

L'hotel Venetian con tanto di canale e gondole autentiche.

Un pezzo dello Strip con l'hotel Mirage.

Statue greco-romane nelle fontane davanti all'hotel Ceasar Palace.

La torre Eiffel davanti all'hotel Paris.

Traffico.

Ancora l'hotel Paris.

L'hotel Aladdin, parte in rifacimento.

L'hotel Ceasar Palace.

L'hotel Bellagio con le famose fontane danzanti.

Ecco la ricreazione del canale con un mini ponte Rialto.

L'hotel Treasure Island con la nave dei pirati.

L'hotel Wynn al tramonto.

L'hotel Excalibur.

L'hotel New York New York.

L'hotel Monte Carlo.

Il bar Harley-Davidson.

La torre Eiffel illuminata di notte.

L'hotel Mirage.

Il ponte Rialto di notte.

L'ingresso dell'hotel Circus Circus.

Il pagliaccio davanti all'hotel.
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